AVVENTURE

Un mito da sfatare

L’altopiano della Paganella e le sue bellezze in sella ad una e-Bike.

Il titolo è provocatorio, lo so, forse pure presuntuoso ma prima di descrivere quest’avventura vorrei fare una premessa. Non c’ero mai stato, ne avevo sentito parlare in maniera entusiastica da tutti i ciclisti che hanno provato questa esperienza. Da diverso tempo discutiamo di come rendere più accogliente la nostra montagna e di come riuscire a trasformarla in una zona turistico-ricettiva per le biciclette in senso molto ampio. Così approfitto delle mie vacanze per fare una visita in quello che è considerato il paradiso per le Mountan Bike.

Mi porto taccuino e macchina fotografica pronto a prendere appunti.

Prima di partire ovviamente spulcio e studio tutti i siti dedicati che trovo in rete e mi faccio un’idea di quello che mi si presenterà davanti. Non sto nella pelle, l’offerta è veramente vasta.

Il Trentino è una regione meravigliosa.

Dopo poche ore di macchina arriviamo a destinazione (Fai della Paganella). Scarico le biciclette e ci prepariamo a partire all’avventura. Avevo installato una bellissima App dal Google store: Mowi Bike, in cui si trovano tutti i percorsi divisi per difficoltà e tipologia, rappresentati graficamente in una mappa 3d.

Ahimè non è tutto oro quello che luccica.

La prima impressione è quella che conta

Scelgo il percorso più semplice e corto che trovo sulla App. “Facile e per famiglie” (così recitano le informazioni), chi mi accompagna non è temerario, quindi temevo che una partenza esplosiva potesse spaventare. Purtroppo ci troviamo subito in difficoltà. Un burrone davanti a noi con una discesa enduro extreme. Mi fermo e inizio a spulciare la App pensando di essermi sbagliato. Nulla, l’errore non è il mio. C’è una falla nel sistema. Deduco che chi l’ha programmata non sia un ciclista. Ritorniamo indietro di malumore e tentiamo un secondo percorso Cross Country. Anche il secondo percorso non è facilissimo, alcuni punti sono molto tecnici e scivolosi. Finalmente troviamo un po’ di asfalto e riusciamo a pedalare serenamente fino all’albergo. Si parla tanto di user experience e questo mi fa provare un certo disappunto nel ripensare al mio primo giorno in e-Bike sulla Paganella.

L’indomani, sperando di aver miglior fortuna, ci dirigiamo verso Cavedago seguendo un altro percorso Mtb suggerito dalla app e dai depliant presi nell’ufficio informazioni turistiche in cui troviamo una ragazza poco informata sulle esperienze di ciclo turismo.

I percorsi sono cartellati, ma non sempre chiari, ci perdiamo e ci troviamo a dover affrontare una salita con una pendenza molto importante. Arriviamo in cima sfiniti. La funzione navigatore della App ha la geolocalizzazione ma non la segnaletica delle svolte agli incroci. Capisco mio malgrado di aver sbagliato strada una seconda volta, torniamo indietro. Dopo qualche chilometro troviamo una freccia indicante il percorso, era stata sistemata al contrario.

Messo così sembrerebbe il racconto di una disavventura ma non lo è.

Ad essere sinceri non posso far finta di nulla. Infatti, ritengo che per qualsiasi territorio a vocazione turistica, sia fondamentale un approccio graduale che permetta a tutti di godere delle attività disponibili. Non tutti siamo dei campioni. Nonostante l’inizio accidentato, con un po’ di tenacia non ci arrendiamo e le cose iniziano a girare meglio. Riconosco che comunque c’è uno sforzo generale e condiviso nel rendere l’esperienza turistica un’esperienza almeno a 4 Stelle. Troviamo lungo i nostri percorsi delle dimostrazioni di civiltà e attenzione al mondo dell’e-Bike.

Molto belle le postazioni di ricarica, realizzate in legno, compatibili con tutte le e-Bike, che trovate praticamente ovunque. Devo dire che è una cosa invidiabile e soprattutto estremante comoda per i turisti. Faccio un appello alle nostre istituzioni affinchè abbiano il coraggio di programmare questo tipo di interventi. Altrettanto encomiabile è l’attenzione e la cura per le postazioni della raccolta differenziata. A guardarle ci si domanda “Ma che ce vo’?”, potremo farlo anche noi!

Più andiamo avanti alla scoperta dell’altopiano e più prendiamo confidenza con i percorsi mtb e col territorio senza esserci ancora neanche avvicinati ai Bike Park.

Un territorio condiviso

Mi accorgo che qui prima di tutto viene lo sci e poi vengono le biciclette. Infatti la propensione al cicloturismo nasce solo in seguito, quando gli amministratori si sono resi conto che poteva essere un volano per il turismo estivo. Mettendo sulla bilancia le due attività, il peso è ancora sbilanciato verso gli sport invernali. Sarebbe bello, pensando ad un territorio come il nostro che ha enormi potenzialità, sfruttare la loro esperienza e realizzare da zero un paradiso della mountain bike ad uso esclusivo. Chissà, forse un giorno.

Dopo tutte queste riflessioni decido di dedicarmi alla vacanza e inizio a perdermi nei panorami. L’esperienza di percorrere l’anello del lago di Molveno in sella alla bicicletta vale tutta la fatica. Approfittiamo degli impianti di risalita e percorriamo dei trail in mezzo al bosco. Anche quì non senza qualche difficoltà grazie alle informazioni imprecise sulla App.

Dentro il bosco, oltre ai turisti, troviamo molti lavoratori intenti a prendersene cura. Avevano appena finito di installare queste bellissime porte. La creatività dà sempre i suoi frutti.

Arrivati al rifugio Dosson mi imbatto nel primo trail del bike park, il famoso Willy Wonka. Divertimento allo stato puro. Nel resto della vacanza ho tentato di fare tutti i trail tecnicamente alla mia portata.

Fate attenzione. Anche qui, quello che per loro è facile, non lo è per tutti!

Consiglierei l’esperienza in e-Bike sulla Paganella? Certamente sì. Si può fare di meglio per attirare i turisti? Decisamente sì. Il Trentino è una delle regioni d’Italia più all’avanguardia nel settore e sicuramente può fare da apripista a tutti i territori che si avvicinano al mondo del cicloturismo. Dobbiamo fare tesoro della loro esperienza.

Lasciamo questa splendida regione con i suoi panorami ancora in mente e con un piccolo sogno nel cassetto. Vedere questi progressi di civiltà anche nella nostra amata montagna.

Il bellissimo punto panoramico dal quale si lanciano col parapendio verso il lago.

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Un commento

  • Massimo Gerbi

    Concordo in pieno sulle tue considerazioni fatte sul nostro territorio, al quale non manca niente per replicare in parte quello che già stanno facendo in Trentino.

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